Lombalgia cronica: lo stato dell’arte

Lombalgia cronica: lo stato dell’arte

Nicola Barsotti, Marco Chiera, Diego Lanaro

La lombalgia cronica è in grado di peggiorare la qualità della vita delle persone. Tuttavia, a causa di una visione riduzionista del dolore che non considera la persona nella sua interezza e nella sua vita, vi sono molte carenze su come viene diagnosticata e trattata, le quali possono essere colmate grazie ad una visione PNEI.
La lombalgia cronica: tutt’altro che semplice meccanica
La lombalgia cronica è spesso definita “non specifica” in quanto non si trova né si capisce quale sia la causa del suo sorgere. Se infatti esistono tipi di lombalgia dovuti a cause specifiche e potenzialmente anche gravi (le red flags, fra cui: dolore che continua a peggiorare, tumori, dolore notturno, infezioni recenti, febbre continua, perdita del controllo urinario, indicatori di patologie autoimmuni, forte perdita di peso senza una causa apparente, fratture vertebrali, cauda equina), nella quasi totalità dei casi non è identificabile un fattore causale che attivi le vie nocicettive provocando dolore.
Il motivo?
Perché il dolore è un fenomeno percettivo complesso che negli anni è stato indagato da un approccio tipicamente meccanicista (o “strutturalista”), per cui lo scopo era cercare un’alterazione della struttura anatomica a cui far risalire il dolore (con un rovescio della medaglia assai grave: chiunque non avesse
questa alterazione strutturale veniva bollato come pazzo. È il caso, ad esempio, dei malati di fibromialgia).

Peccato che il progetto sia fallito!
Abbiamo studi su studi degli ultimi 30 anni che falsificano e rifiutano le supposte cause anatomiche per la lombalgia e la sua cronicizzazione (diversa lunghezza delle gambe, cattiva postura, debolezza muscolare da ristabilire tramite programmi di core stability, curva lombare eccessiva o nulla, asimmetrie posturali,
pronazione dei piedi, etc.). E allo stesso modo abbiamo studi sia di come alterazioni strutturali quali ernie lombari, degenerazioni discali, etc., si trovino senza grossi problemi in persone in perfetta salute, sia di come la correzione chirurgica di queste alterazioni non incida minimamente (se non in maniera molto lieve)
sulla lombalgia.

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