Il fattore di rilascio della corticotropina: mediatore “centrale” della risposta allo stress

Il fattore di rilascio della corticotropina: mediatore “centrale” della risposta allo stress.
Andrea Minelli
Università di Urbino “Carlo Bo”
All’inizio degli anni ’80 un gruppo di ricercatori del Salk Institute, in California, isola da estratti ipotalamici di pecora un peptide di 41 aminoacidi, il fattore di rilascio della corticotropina (CRF; Vale et al, 1981), e lo identifica funzionalmente come “ormone dello stress” per la sua capacità di regolare l’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Nell’arco dei 30 anni successivi, la ricerca ha scoperto sempre nuovi ruoli del CRF, che oggi conosciamo come una molecola segnale dalle funzioni molteplici: non solo neuro-ormone che orchestra le risposte endocrine, autonomiche e immunitarie dell’organismo allo stress, ma anche neuromediatore sinaptico ad azione rapida nel sistema nervoso centrale (SNC), capace di modulare un’ampia varietà di aspetti del comportamento
motivato ed emozionale.
Il CRF nel cervello
Le prove a testimonianza del ruolo funzionale del CRF all’interno dei circuiti cerebrali sono numerose e convincenti (Gallagher et al, 2008). In primo luogo, evidenze neuroanatomiche dimostrano che, almeno nel ratto e nella scimmia, il CRF è diffusamente espresso nel cervello.
Ovviamente, una delle sedi in cui i neuroni contenenti CRF sono maggiormente presenti è il nucleo paraventricolare dell’ipotalamo; è noto da tempo che il neuro-ormone CRF, liberato da questi neuroni nel sistema portale ipofisario, stimola la sintesi e il rilascio di ormone adrenocorticotropo
(ACTH), contribuendo così alla risposta neuroendocrina agli eventi stressanti. D’altra parte, neuroni contenenti CRF si ritrovano anche in molte altre zone dell’encefalo, in particolare in regioni coinvolte nell’elaborazione degli stimoli emozionali e nella risposta allo stress: i lobi frontale e
prefrontale della corteccia cerebrale, il sistema limbico – soprattutto amigdala, nuclei del setto e nucleo del letto della stria terminale e ippocampo -, il locus ceruleus (contenente neuroni noradrenergici), i nuclei del rafe (neuroni serotoninergici), e la sostanza grigia periacqueduttale del
mesencefalo.
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